lunedì 6 agosto 2012

Il ritorno

E rieccomi qui, davanti al computer, a rimettere in ordine fatture, registri, cose da fare, cose dimenticate che avrei dovuto fare miliardi di anni fa... il tutto mentre trasudo senza pietà. Oggi sono poco produttiva, ma lo sono sempre d'estate. Un po' è l'incertezza di settembre. Lavorare come freelance ha questo lato negativo orribile (almeno per il momento): non sapere cosa succederà il mese prossimo. Avrò tempo di farmi la doccia? Sì, ci sono stati momenti, nei mesi scorsi, in cui dovevo segnarmi sull'agenda l'ora per la doccia -mi rifiuto di considerare doccia la tortura a cui mi sottopongo la mattina alle 6 quando mi obbligo a svegliarmi sotto l'acqua gelata! Oppure sarò costretta a tornare a lavorare nel pub fino alle 5 di mattina? Ma soprattutto, potrò svegliarmi ogni giorno felice di andare a lavoro o dovrò accettare incarichi orrendi solo per poter fare la spesa per me e per il Poveruomo?

Allontano questi problemi con un po' di buona musica e ammirando i tesori che ho conquistato in questi giorni lontani dal pc:

- Una scatola rossa in cui ci sono quasi tutte le foto di famiglia
- Gli orecchini della mia adorata bisnonna, la Fatina, che ieri ho "ereditato"

Partiamo dalla scatola rossa.
Certe volte devo richiuderla dopo aver tirato fuori un paio di foto. Comincio a singhiozzare e non riesco più a smettere. Nel giro di 2 minuti torno la bambina di pochi anni che vedo in quelle foto e sento ancora gli abbracci dei grandi, le storie che ascoltavo da piccola, quando tutto mi sembrava magico. Quando la mia bisnonna non era una bisnonna, ma una Fatina. Quando c'era il temporale e non dovevo avere paura dei tuoni, perché era solo il nonno Tonino che brontolava, e lo sentiva tutta la città. Quando avere la febbre era una gioia, perché potevo stare chiusa in casa, sul letto, a leggere tutti i libri che volevo (e ne leggevo davvero tanti!). Quando per chiamare l'ascensore bastava mettersi sulle scale e urlare "Ascensoreeeeeeee!" e la giornata peggiore era quella che dovevo trascorrere con il mio cugino IntindiTatto, di un anno più grande, che faceva del mio omicidio il suo scopo di vita. Mi ricordo il rumore della macchina da cucire della Fatina, nella Camera dei Balocchi, il cavallo a dondolo marrone, le ceste di giocattoli, i libri sulle mensole e quella luce bella che entrava dalla finestra. Era la casa dei nonni materni, dentro la scuola. Sì, loro abitavano dentro la scuola, il mio nonno era il rettore di un collegio statale. A casa non si poteva rompere niente, perché non erano cose nostre. Ma la furia distruttrice mia (mi chiamavano Attila) e di IntindiTatto era tale da riuscire a giocare a pallone nel salotto, colpendo e affondando il lampadario di cristallo. Ricordo ancora la faccia di mia nonna. Lei che ci sorrideva sempre e ci perdonava tutto. Quel giorno ci mise a sedere uno accanto all'altro, nell'ingresso, accanto al telefono. Lei, in piedi, compose tutti i numeri dei nostri genitori e disse: "Non li voglio più, veniteveli a riprendere". IntindiTatto se ne stava lì con la sua faccia da stronzetto. Io ero tristissima. E così cominciò l'attacco: "Scusaci Ninnina mia", "Non la facciamo più Ninnina". "Da domani saremo bravissimi, ma non mandarci via Ninnina". E la Ninnina ci tenne ancora, tutti i giorni, e ancora oggi, il giorno del suo 83esimo compleanno, ci guarda con la sua faccia sorridente. Oggi si preoccupa per noi, dice "Figli piccoli, pensieri piccoli", rimpiange gli inseguimenti di noi cugini a casa sua, tutta la confusione che riuscivamo a fare e i bei tempi con il Nonno Tonino e la sua armonica a bocca.

A voi non capita mai di sentirvi catapultati nella vostra infanzia? Sarà che è stato davvero il periodo più felice della mia vita.

Il secondo tesoro invece consta di un paio di orecchini di perle fintissimi e un paio di orecchini d'oro giallo. Non so cosa me ne farò, visto che difficilmente mi ingioiello. Ma sono fiera di averli, perché sono gli orecchini della Fatina, la mia dolce Fatina che se n'è andata pochi mesi fa, alla tenera età di 107 anni e un po'. Mi sono messa gli orecchini d'oro e sono andata a guardarmi allo specchio. Chissà che da oggi non cominci a diventare un po' più femmina, come avrebbe voluto lei.

Adesso bando alle ciance e via al lavoro!
Buona giornata a tutti!

1 commento:

  1. Io pure in questi giorni dopo la morte di mia nonna sto vagabondando nel mondo dei ricordi di bambina.

    Io pure oggi ho 'ereditato' questo!
    http://nonsipuotornareindietro.blogspot.it/2012/08/al-momento-giusto.html

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