Tutti gli insegnanti di una qualunque lingua straniera ne sanno qualcosa.
Personalmente la trovo divertente, interessante e degna di grande rispetto. A volte sa essere anche molto poetica.
In poche parole, l'interlingua è come si parla quando si comincia ad esprimersi in un'altra lingua. Piano piano, questa interlingua dovrebbe trasformasi fino ad avvicinarsi alla lingua standard. Naturalmente ciò presuppone una grande capacità di analisi e di studio, almeno mio avviso. O forse non ne so ancora abbastanza e mi sono persa la parte finale, comunque nella mia vita ho conosciuto poche persone la cui interlingua si fosse evoluta così tanto da rendere la propria competenza in una lingua seconda davvero vicinissima a quella di un parlante nativo.
Quindi, non so bene cosa ne pensi Selinker, ma posso dirvi che è assolutamente esilarante ascoltare l'italiano dei miei studenti, grandi e piccini. Per me è quasi una magia. Li incontro le prime volte e non dicono niente. Non capiscono neppure se chiedo "Come ti chiami?". E, nel giro di poche settimane, ecco le prime frasi. I primi testi. Le descrizioni, i racconti.
Sì, a volte sorrido quando sento o leggo le loro frasi. Ma è perché sono felice, felice che finalmente possano parlare e parlarmi. A volte perfino orgogliosa dei loro progressi, la maggior parte dei quali non avvengono certo per merito mio.
Quest'anno insegno anche in una scuola privata, e tra gli studenti ho un ragazzo cinese di dodici anni. Lo accusano di prendere in giro i professori perché non parla e non suona il flauto. Ho fermato la coordinatrice e le ho chiesto di pensare a quante cose sappiamo di lui. Niente. Non sappiamo niente. Non sappiamo cosa gli piace fare, chi sono i suoi amici, neppure qual è il suo colore preferito. Non può dircelo. Non sa dircelo. Voi ci pensate a cosa significhi non potersi raccontare?
Comunque ecco un paio di esempi, alcuni sono vere e proprie prodezze (anche in senso ironico, sì). Non le condivido con voi per sfottere i miei studenti, ma per farvi riflettere su quanta fatica ci sia dietro alle loro parole. Sì, un sorriso ve lo concedo.
Esercizio in classe per sviluppare la capacità di autonarrazione, 20 minuti di disegno e 20 minuti di scrittura (drammaticamente scesi a 4...)
Titolo: IL MIO GIORNO PERFETTO
- IO SONO CARCIO O FATO UN GOL CON ERIC. IO MANGIA PASTA POMODOLO. IO VADO CINEMA POI SI VADO CINA. (Fede, 7 anni, in Italia da 1. Non vuole scrivere perché ha paura di sbagliare. Sorridete ma pensate allo sforzo di un bambino che non scrive MAI pensieri propri in italiano. Secondo me è stupendo. E poi pensate, un bambino cinese che nel suo giorno perfetto mangia la pasta al pomodoro!)
- E MIO GIORNO PERFETTO VADO IN PISCINA HA NUOTARE CON BALENA MANGIA IL SCUALO (Ale, 7 anni, in Italia da 1. Come Fede)
- IO VOGLIO ANDARE A PISCINA VOGLIO GIOCARE CON ALE, E NOI BEVIAMO LA COCACOLA (Gabri, 8 anni, ha voluto scriverlo anche in cinese perché lui fa la 4. alla scuola cinese, è bravo e si gasa
- IO SONO ANDATO SULLA NAVE CON I AMICI GABRI E FEDE IO HO MANGIATO LA PASTA DI POMODORO (Leo, 8 anni. Pensate che secondo la sua maestra -stronza e razzista, scusatemi- lui non capisce nulla. Un esempio di come tutto cambi se si guarda con altri occhi)
Ma il premio va a questo:
Tutti i pensieri erano accompagnati da un disegno (prima siamo partiti dal disegno, perché riuscissero più facilmente a raccontarsi) e Ale ha fatto una piscina con se stesso in acqua... anzi, sull'acqua! Quando si è accorto di aver disegnato le gambe, e quindi di aver 'sbagliato' perché non si può camminare sull'acqua, ha voluto un altro foglio. Fede, dopo aver brontolato perché non voleva scrivere ('io non so maestra io sbaglio'), ci ha preso gusto, ha preso il disegno di Ale e ha scritto:
CELO UNA VORTA IO SI CAMINA SUL ACQUA (geniale perché ha capito come introdurre le favole, buffo per tutto il resto!)
E ora un paio di frasi del mio vicebabbo marocchino con cui ho cenato ieri sera:
A FEZ PESCE 7 EURO LA TESTA
DENTRO PER FUORI FATTO IN FORNO
IO RIMBOMBATO!